Dai cementifici, a Brembo e Pirelli: i rincari colpiscono anche Piazza Affari - la Repubblica

2022-10-01 15:28:29 By : Mr. Tengyue Tao

MILANO – I rincari della bolletta in arrivo peseranno sulla redditività degli “energivori” di Piazza Affari, le grandi industrie che hanno l’energia tra i principali costi e ne vedranno triplicare l’incidenza sui ricavi nei prossimi due anni. Il conto più salato sarà per i cementieri Buzzi Unicem e Cementir, ma anche per il produttore di tubi Tenaris, il colosso delle infrastrutture tlc Inwit o i blasoni industriali Brembo e Pirelli. Sono queste, secondo un’analisi dell’ufficio studi di Intermonte, le quotate italiane che risentiranno maggiormente gli effetti dei rincari di energia nel 2022 e nel 2023. Ma nell’ambito delle aziende che usano gas ed elettricità come primari fattori di produzione e trasformazione dei beni saranno pochi a rallegrarsi: nel campione delle 39 società italiane considerate nella ricerca, l’incidenza della bolletta energetica sui ricavi, che nel 2021 era mediamente del 2,1%, salirà quest’anno al 3,9%, e nel 2023 balzerà al 5,9%.

La ricerca ha stimato il costo dell'energia in base ai consumi effettivi dell’anno scorso, moltiplicandoli per i prezzi all'ingrosso attuali. Come precisano gli stessi analisti si tratta di stime per difetto, perché i dati “catturano solo l’energia utilizzata direttamente dentro ciascuna organizzazione, e non i costi energetici incorporati nei prezzi applicati dai fornitori”, i cosiddetti “consumi indiretti”, impossibili da stimare. Per fare due esempi, la ricerca non considera gli effetti che avranno i rincari dei carburanti sul numero di auto vendute dai gruppi automobilistici, o del gas per i produttori di termosifoni. Le aziende più esposte sono, in generale, i cementieri e quelle verticalmente integrate, o quelle che non arrivano all’utente finale (le cosiddette “B2b”). Un altro caveat dello studio è che considera i costi dell'energia basandosi sui prezzi dei mercati all’ingrosso, mentre i costi effettivi potrebbero “variare in base a specifici accordi di approvvigionamento energetico, ovvero a forme di copertura (hedging) in essere”.

Per mostrare la rilevanza dei rincari energetici per le aziende in questione, e capire quanto sarà loro possibile scaricarli sugli utenti finali, Intermonte ha dapprima considerato i consumi energetici interni di ogni azienda nel 2021 basandosi sugli standard internazionali GRI 302-1. Poi, ipotizzando consumi energia stabili nel per il 2022 e il 2023 rimanga stabile – “non presumiamo un miglioramento del consumo di energia per unità di produzione o variazioni dei livelli di produzione complessivi”, vi si legge – li ha moltiplicati con i prezzi medi all’ingrosso 2020-2021, che nella passata stagione sono stati indicativi per il fatto che molti contratti erano a prezzo fisso. Questo fattore è stato quindi confrontato con le stime dei costi dell'energia per il 2022 e 2023, e raffrontato ai ricavi 2021 (anche questi tenuti stabili per uniformità valutativa).

Le due società più esposte a questo esercizio di sensitività al costo dell’energia sono, e non può sorprendere, Buzzi-Unicem e Cementir. Due produttori di cemento la cui bolletta energetica, che nel 2021 pesava per circa il 15% dei ricavi, salirà rispettivamente al 44,5% e al 39% del fatturato dello scorso anno. Per giunta, Intermonte definisce “media” la loro capacità di trasferire a valle i maggiori costi, in una scala a tre livelli alto-medio-basso. La terza azienda più esposta è Tenaris, il colosso della famiglia Rocca che nel 2023 raddoppierà i suoi costi energetici a quasi 1,1 miliardi di euro, pari a quasi un quinto dei ricavi 2021. Anche Inwit, l’infrastruttura in mano ai grandi operatori di telefonia in Italia, vedrà i costi per l’energia triplicare a 179 milioni, quasi il 23% dei ricavi tra due anni. Nelle prime 10 compaiono anche Saras, Pirelli e Brembo, storiche aziende dell’industria tricolore per cui i costi energetici, in ascesa da due a tre volte, si attesteranno nel 2023 attorno a un decimo dei ricavi, e con capacità “media” di trasferirli a valle.