Riciclo: blitz tra Italia e Albania, arrestato imprenditore già indagato da Falcone - Sicilia - ANSA.it

2021-11-22 14:46:05 By : Ms. Claire Chen

Francesco Zummo, imprenditore novantenne palermitano, pluri indagato e compagno dell'ex sindaco mafioso Vito Ciancimino, è finito ai domiciliari con l'accusa di riciclaggio e autoriciclaggio aggravato dalla transnazionalità nell'ambito di un'indagine dalla Procura di Palermo di cui fanno parte la Dda di Napoli e la Procura Anticorruzione albanese.

Arrestato anche il commercialista Fabio Petruzzella, fratello di un magistrato palermitano, ragioniere che vive a Milano: longa manus del costruttore, lo avrebbe aiutato a far sparire 19 milioni dal sequestro, trasferito su un conto corrente a Tirana. 

L'inchiesta coinvolge anche un gruppo di albanesi che avrebbero aiutato Zummo ei suoi complici nelle loro operazioni finanziarie e Daniele Castagalli, indagato dalla Procura di Napoli nell'ambito di un'altra indagine e detenuto. L'inchiesta palermitana è coordinata dal pm Francesco Lo Voi e dall'assistente Marzia Sabella.

Ex compagno di Ciancimino, Zummo è stato indagato anche dal giudice Giovanni Falcone ed è stato condannato in primo grado a 5 anni per favoreggiamento e poi assolto in appello. Nel 2001 sono stati sequestrati beni per un valore di circa 150 milioni di euro. Decine di pentiti lo hanno accusato di aver trasferito ingenti somme di denaro di provenienza illecita presso istituti di credito all'estero ed in particolare in Svizzera, di aver riciclato il tesoro di Ciancimino e del "sacco" edilizio di Palermo e di essere stato in passato "disponibile" a Cosa Nostra. Una fortuna quella accumulata dal costruttore palermitano con alterne fortune giudiziarie. La confisca non è passata al vaglio della Corte e della Corte d'Appello che hanno disposto per Zummo l'unica misura di prevenzione personale, ma gli ha restituito i beni. La Suprema Corte, tuttavia, ha annullato le sentenze e ha disposto una nuova sentenza di secondo grado che ha disposto la confisca dell'intero patrimonio. Prima della sentenza, temendo un nuovo provvedimento patrimoniale, il muratore, secondo gli inquirenti, avrebbe cercato di far sparire i soldi portandoli all'estero.

Lo scorso agosto la Procura Anticorruzione albanese ha denunciato alla Procura di Palermo di aver bloccato un conto aperto dall'imprenditore in una banca greca a Tirana con 19 milioni di euro da istituti di credito svizzeri. Le intercettazioni a suo carico sono decisive. Nel registro degli indagati compare anche il figlio del costruttore, Ignazio.

Zummo, uno degli autori del 'sacco' di Palermo - Gli inquirenti si sono imbattuti per la prima volta nel nome di Francesco Zummo, muratore palermitano di 89 anni considerato socio del sindaco mafioso Vito Ciancimino e si è concluso oggi agli arresti domiciliari per raccolta differenziata, grazie a un biglietto ritrovato nell'auto di Michael Pozza, il "front man" della mafia canadese trovato ucciso nel '79 a Toronto. Successivamente, in una lettera di richiesta effettuata nell'ambito dell'inchiesta 'Pizza Connection', coordinata da Giovanni Falcone nei primi anni '80, è emerso che alcuni conti correnti Zummo erano stati utilizzati per operazioni legate al traffico di droga denominate "Pizza connection". Dopo alterne vicende giudiziarie, sono stati sequestrati appartamenti, ville, auto, conti bancari in Italia, Canada e Isole Vergini per 200 milioni di euro, condanna a 5 anni in primo grado e poi assoluzione in appello per mafia e favoreggiamento. . Zummo era sospettato di nascondere parte dell'erario dell'ex sindaco e ha accompagnato due volte i figli di Ciancimino in Canada, assistendoli nell'acquisto di immobili. Tra i beni finiti sotto sequestro c'è anche il cosiddetto fondo Plutone: un deposito in una banca svizzera di 12 milioni. Il tribunale della sezione misure preventive, tuttavia, non ha confiscato i beni e ha ordinato a Zummo di essere l'unica misura di prevenzione personale per 5 anni. La sentenza è stata confermata in appello. È stata la Cassazione a rigettare il provvedimento e ad ordinare un nuovo ricorso che, nel 2020, ha completamente ribaltato la rotta e sequestrato il tesoro del compagno di don Vito. Undici società, centinaia di conti correnti e immobili costituiti da numerosi appartamenti, ville, terreni e aziende agricole a Palermo e provincia e cinque complessi residenziali in provincia di Siena. «A partire dalla fine degli anni Sessanta, - scrivono i giudici - Zummo, con il suo consuocero Vincenzo Piazza (considerato fedele consigliere della famiglia mafiosa di Palermo-Sindaco) e con il defunto socio e il suo fedele braccio destro Francesco Civello, fu tra i principale responsabile del sacco edilizio di Palermo, ordito da Vito Ciancimino, creando un impero edilizio di circa 2.700 proprietà”.    

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