Bottle to bottle: obiettivo in vista per Dentis - Plastmagazine

2021-12-07 00:41:28 By : Mr. Kevin Ye

Tra pochi mesi il gruppo cuneese Dentis, che vanta oltre 30 anni di specializzazione nel riciclo del PET, con una variegata gamma di scaglie "Petali" a catalogo dedicata a numerosi campi di applicazione, avvierà la produzione di materie prime secondarie materiali idonei al contatto diretto. con cibo. E non c'è tempo da perdere per aiutare il Paese a raggiungere gli obiettivi europei fissati per il 2025.

L'obiettivo del processo bottle to bottle è sempre più vicino per Dentis Recycling Italy che dal 1987 ha continuato ad affinare ed espandere la propria produzione specializzata di r-PET, proveniente dalla raccolta differenziata o da scarti di lavorazione, puntando sulla ricerca della massima qualità , ora tradotto in un catalogo che offre una vasta gamma di fiocchi cristallizzati con diversi gradi di viscosità sotto il marchio Petalo e disponibili in 5 tonalità di colore per varie applicazioni.

Nello storico sito produttivo di Sant'Albano Stura (Cuneo), i fratelli e contitolari Corrado e Roberto Dentis hanno sempre avuto un occhio di riguardo per la sostenibilità ambientale, tanto che l'azienda è stata tra i fondatori del consorzio volontario Coripet dal 2018. Grazie a due filiali poi aperte in Spagna e Francia, l'odierno Gruppo Dentis sta espandendo il business sempre più a livello internazionale, con l'obiettivo di creare una materia prima seconda che non abbia nulla da invidiare al prodotto vergine, partendo da concentrazioni infinitesimali. di parti non in PET.

Durante il nostro ultimo incontro, lo scorso anno, il direttore generale Corrado Dentis ci ha fornito alcune anticipazioni sui progetti in agenda. Con lui abbiamo fatto il punto della situazione: “Continuano i nostri investimenti, che ci porteranno a bottle to bottle dall'inizio del 2022, entrando così nel mondo del PET riciclato a diretto contatto con gli alimenti. Aumenteremo la capacità produttiva dotandoci di tutti gli strumenti e i macchinari necessari per sfruttare questa opportunità. È presto per parlare di numeri, siamo nella fase iniziale e dobbiamo ancora strutturare il capannone, ma l'obiettivo è fissato: entrare in questo mercato ben preciso, tenendo conto che nel frattempo le normative si sono evolute, ampliando la nostra clientela nel rispetto della Direttiva sulle plastiche usa e getta che, come noto, fissa l'obiettivo del 25% di PET riciclato idoneo per alimenti a partire dal 2025. L'Italia registra un ritardo importante da colmare perché i volumi di r-PET attualmente utilizzati per bottiglie/applicazioni alimentari sono lontani da questo livello. Cerchiamo quindi di offrire a tutto il settore delle acque minerali e delle bevande, e non solo, l'opportunità di accelerare i tempi: non c'è tempo da perdere, visto che mancano solo 4 anni alla scadenza, quindi mettiamo a disposizione tutto il nostro know- come. Stiamo quindi per chiudere completamente il cerchio, non solo nella raccolta del PET post-consumo. Con la bottiglia per imbottigliare verrebbe riutilizzata nella stessa applicazione: una circolarità davvero a 360° che parte dallo scarto della bottiglia per valorizzarla da rifiuto a risorsa e farla diventare una nuova bottiglia identica a quella originale”.

Sia dal punto di vista di imprenditore specializzato nel riciclaggio, sia da quello di osservatore privilegiato, essendo anche presidente - attivissimo - del consorzio Coripet, Dentis è costretto a riportare nuovamente i problemi riscontrati nella raccolta del materiale da riciclare : "I numeri che riguardano i consorzi, sia Coripet che Corepla, crescono ma non riesco ancora a quantificarli con esattezza rispetto al 2019. Nonostante il Covid-19 la situazione sta migliorando ma di certo non si arriva oggi a quel 77% di selettivo-selettivo raccolta che è uno degli altri obiettivi della Direttiva Disposable, ma si sta lavorando per avvicinarli, quindi non c'è dubbio che sia necessaria una raccolta selettiva di qualità, come previsto dal Regolamento Europeo 282 del 2008, che di fatto oggi viene trascurato. Rimaniamo su numeri modesti che speriamo aumentino molto nel prossimo futuro. La qualità dei rifiuti che arrivano in azienda non è ancora ad un livello che permetta di ottenere maggiore qualità nel prodotto in uscita anche se, va detto, la raccolta differenziata italiana nel panorama europeo è ormai tra le migliori. Tuttavia, sono necessari ulteriori sforzi. Da riciclatore posso dire che, se vogliamo puntare ad una dinamica bottle-to-bottle in grado di soddisfare i requisiti della Direttiva 904 del 2019, con quote sempre più importanti di r-PET per l'applicazione di contenitori per liquidi, non possiamo ignorare questo aspetto. In termini di qualità, infatti, la raccolta differenziata ha dei limiti fisiologici: un conto è raccogliere una bottiglia una ad una vedendo di che materiale plastico è fatta e un'altra è andare porta a porta, i risultati sono completamente diversi”.

Il Gruppo Dentis opera anche in Francia e Spagna, rispettivamente con due stabilimenti a Lille e vicino a Valencia: come è la situazione in questi paesi? “La qualità francese della collezione è molto simile a quella italiana, con il supporto di modifiche legislative decisamente a favore del riciclaggio. Una legge varata lo scorso Natale, denominata Bonus Malus, prevede che l'utilizzo del PET vergine e delle plastiche vergini in genere venga penalizzato molto da vicino, con una tassa che parte da 400 euro a tonnellata sul PET per arrivare a 550 euro nel caso del polistirolo, mentre prevedendo un bonus di pari importo per incentivare l'utilizzo di materiale riciclato, a seconda del polimero, il tutto nelle mani del produttore del prodotto. L'obiettivo, seppur ancora solo teorico, è quello di riciclare il 100% degli imballaggi immessi sul mercato francese entro il 2025: si tratta di politiche fortemente incentivanti, in particolare a favore del riciclo meccanico che caratterizza la nostra attività, in direzione opposta a quella di la Plastic Tax, per esempio. Riciclare più meccanicamente significa aver raccolto di più, quindi significa eliminare la dispersione degli imballaggi nell'ambiente, riducendo notevolmente le emissioni di CO2, come ampiamente dimostrato dalla letteratura di settore, rispetto all'utilizzo di fonti fossili o non rinnovabili. Un impatto ambientale decisamente inferiore, con l'aggiunta della non trascurabile leva dell'aspetto occupazionale, su cui la Francia sta lavorando molto. Non va infatti dimenticato che lo stesso Gruppo Dentis, in Italia, aumenterà così la propria forza lavoro di una quarantina di unità, quando già oggi a Sant'Albano Stura lavorano circa 60 dipendenti: un aumento considerevole. Al contrario, la Spagna ha alcuni dei peggiori standard di qualità sulla raccolta in Europa, è più indietro dell'Italia e sta vivendo grossi problemi. Tanto che, ad esempio, a Valencia siamo strutturati con un impianto di smistamento prima dell'impianto di riciclo, visto che i rifiuti di imballaggio in PET post-consumo in entrata così com'è non sono idonei al riciclo meccanico e devono subire un pretrattamento. adeguarlo agli standard minimi richiesti per il PET riciclato”.

Anche dal lato della produzione attuale, costantemente estesa a nuove qualità di prodotto in scaglie, le novità non mancano, conclude Dentis: “Stiamo lavorando per essere pronti il ​​prossimo anno a chiudere il cerchio anche sulle bottiglie opache per applicazione latte: quindi una bottiglia da imbottigliare a 360 gradi, andando oltre una delle maggiori criticità emerse nel tempo, come in questo caso.Le possibilità di utilizzo di materiale riciclato sono quindi in continua espansione.C'è ancora tanto da fare ma la tecnologia per support recyclers è in continua evoluzione e oggi permette davvero di raggiungere prestazioni simili a quelle dei polimeri vergini”.

Big bag contenenti il ​​materiale riciclato

Lavaggio scaglie di PET

Materiale in attesa di essere lavorato

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