DL Semplificazioni: non è prevista la restituzione del nulla osta a rendere

2021-11-22 15:19:14 By : Ms. Mary Mai

In Europa, diversi paesi hanno già introdotto o stanno per introdurre sistemi di deposito cauzionale per il confezionamento di bevande monouso. Quali scenari si aprono con l'approvazione di un emendamento all'interno del Decreto Semplificazioni che pone le basi per l'adozione di un sistema di deposito per il packaging delle bevande in Italia?

I sistemi di deposito cauzionale per l'imballaggio delle bevande in vigore in oltre 40 giurisdizioni a livello globale hanno dimostrato di poter raggiungere tassi di intercettazione molto elevati, che superano facilmente il 90% degli imballaggi immessi al consumo, offrendo opportunità economiche, occupazionali e di risparmio per autorità locali e contribuenti. In Europa la necessità di raggiungere gli obiettivi di raccolta e contenuto riciclato per le bottiglie di plastica fissati dalla Direttiva SUP ha spinto diversi paesi membri ad avviare il processo di adozione di un sistema di deposito cauzionale. Entro il 2024, si prevede che altri 12 Stati si uniranno ai dieci paesi in cui i sistemi di garanzia operano con successo da decenni.

I Security Systems, o Deposit Return System (Drs) in inglese, sono uno degli strumenti più potenti per attuare i principi dell'economia circolare dettati dal Legislatore Europeo, in quanto consentono di prevenire la produzione di rifiuti e ridurne la dispersione nel ambiente. , preservando così risorse preziose che restano più a lungo nei cicli produttivi. La chiave del successo dei Drs sta nell'efficace meccanismo di deposito: una piccola somma (dai 10 ai 25 centesimi) aggiunta al costo della bevanda, che viene poi restituita al momento della restituzione della confezione.

QUALI SCENARI PER L'ITALIA

Nel decreto Semplificazioni, convertito in legge lo scorso luglio, è stato inserito uno specifico emendamento proposto da Salvatore Penna (M5S) che aprirebbe la strada anche in Italia a un sistema DRS per i contenitori monouso per bevande. Gli articoli pubblicati sui media riportano che si tratterà di un sistema sottovuoto a rendere con ricarica dei contenitori, sistema che attualmente interessa una quota residua del mercato dell'acqua minerale, della birra e di poche altre tipologie di bevande.

In realtà, da quanto ho avuto modo di approfondire, l'emendamento in questione non mira a introdurre un sistema di vuoto a rendere finalizzato al riutilizzo (se non quello del materiale), ma un sistema di deposito cauzionale per i contenitori di bevande usa e getta, al fine di massimizzare il processo di raccolta differenziata e il riciclaggio di contenitori per bevande monouso in vetro, plastica e metallo (lattine). Un indizio in tal senso si trova nel passaggio dell'emendamento che indica “gli imballaggi in vetro, plastica e metallo” come oggetto del deposito. Infatti, un sistema di ricarica per contenitori per bevande generalmente funziona solo con bottiglie di vetro, ad eccezione della Germania dove vengono ricaricate anche bottiglie in PET, che però devono essere più spesse delle classiche confezioni in PET per garantire maggiori riutilizzi. Non ci sono invece esperienze legate al riutilizzo/ricarica delle lattine in alluminio.

A questo punto la palla passa al MiTE che, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, dovrà redigere i decreti attuativi entro 120 giorni dall'approvazione della legge.

I decreti attuativi, oltre a definire l'obbligo di partecipazione al sistema per i produttori di bevande e l'ambito di applicazione (nazionale), dovranno definire nel dettaglio gli aspetti chiave della regolazione del sistema tra cui:

i) quali sono i contenitori e le tipologie di bevande soggette al sistema; ii) il modello di consegna degli imballaggi, che avviene principalmente presso la Distribuzione Organizzata/rivenditori (return-to-retail); iii) l'importo della cauzione, (piccolo sovrapprezzo pagato dal consumatore al momento dell'acquisto della bevanda e restituito nella sua interezza al momento della restituzione del contenitore a supermercati e rivenditori); iv) quali sono gli obiettivi di raccolta che questo tipo di raccolta selettiva denominata Drs (Deposit Return System) deve raggiungere; v) le caratteristiche che deve avere il gestore del sistema (solitamente un soggetto costituito da produttori e distributori di bevande) e gli obblighi che il sistema deve adempiere e sotto il controllo e la vigilanza del Governo o di un ente governativo preposto.

I DUBBI DELLA DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA

Le preoccupazioni sollevate dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO) che ho potuto leggere di recente - riferite perlopiù ad un sistema di vuoto a rendere - non sono del tutto giustificate, in quanto le sfide poste dai due sistemi (una Drs finalizzata alla raccolta differenziata e una per il riutilizzo degli imballaggi) non sono sempre sovrapponibili. C'è da dire che sul fronte cittadino i due sistemi possono convivere pacificamente, come accade in diversi Paesi tra cui la Germania, perché la modalità di restituzione dei container è unica. Tuttavia, conoscendo le obiezioni già sollevate in altri Paesi europei dalla GDO quando è stata proposta l'introduzione di un sistema di garanzia, è presumibile che possano coincidere con le preoccupazioni che la nostra distribuzione può alimentare. La grande distribuzione teme principalmente di dover sostenere i costi legati al dover attrezzare l'infrastruttura di raccolta nei propri spazi commerciali dedicati dove installare e far funzionare i sistemi di raccolta automatizzata (in inglese reverse vending machine RVM), come previsto dai più efficace "ritorno al dettaglio" da parte di un Drs.

In realtà, l'iniziale opposizione della distribuzione organizzata all'estero è sempre tornata una volta che ci si è resi conto che le spese da sostenere erano ampiamente compensate dai benefici economici diretti e indiretti, oltre che ambientali, derivanti dal sistema dei depositi.

Infatti, la GDO riceve dal gestore del sistema di deposito una commissione di gestione per ogni container riscattato. Tale commissione compensa la Distribuzione per quanto riguarda i costi complessivi di raccolta: da quelli relativi agli investimenti nelle infrastrutture di raccolta, al personale addetto al riscatto manuale o automatico (pulizia e svuotamento RVM), agli altri costi derivanti dagli spazi commerciali utilizzati. al momento della consegna degli imballi quali riscaldamento, connessione internet ed energia elettrica.

Diversi studi internazionali hanno dimostrato che la distribuzione organizzata ei negozi in cui i consumatori restituiscono gli imballaggi hanno beneficiato di un aumento del traffico e delle vendite. Un'indagine sul comportamento dei consumatori condotta in Svezia, Finlandia, Norvegia e Paesi Bassi ha rilevato che i consumatori tendono a fare acquisti dove esiste una struttura di rendimento efficiente e che potendo utilizzare l'importo dell'obbligazione rimborsata spendono di più in media (dal 15% del finlandesi al 52% degli olandesi) in quegli anni.

La commissione di gestione - che di norma viene negoziata all'interno dell'operatore del sistema di cui la grande distribuzione deve essere parte attiva - svolge indubbiamente un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento di un sistema di deposito.

Federdistribuzione, in linea con la posizione più volte espressa in passato dal Conai in cui si è fatto riferimento a questi sistemi, ha recentemente affermato ai media che l'Italia raggiunge già alcuni dei migliori risultati di raccolta differenziata e riciclo in Europa, e che sarebbe sufficiente migliorare la raccolta differenziata nelle regioni più arretrate su questo fronte, magari aumentando la presenza di compattatori facenti capo al consorzio Coripet.

La soluzione proposta, oltre ad avere effetti collaterali come l'aumento dei costi di riscossione - che oggi sono principalmente a carico dei Comuni - non andrebbe comunque ad intaccare le inefficienze o i punti deboli dell'attuale sistema che invece trova soluzione nel brillante esibizioni dei Dr. ottimale e definitivo. Mi riferisco in particolare al problema della dispersione nell'ambiente degli imballaggi delle bevande che sfugge ancora alla raccolta differenziata e dei relativi costi, al problema dei rifiuti marini, supporto fondamentale per il modello di riciclo "bottiglia a bottiglia" (il Drs è ' l'unico sistema in grado di garantire un'altissima qualità dei materiali raccolti idonei al riciclaggio “alimentare”).

Il tasso medio di raccolta nei paesi con un sistema di deposito in Europa supera il 90%, con paesi che raggiungono punte del 98% per le bottiglie di plastica e del 99% per le lattine di alluminio (Germania). Secondo gli addetti ai lavori, il tasso di raccolta degli imballaggi per bevande in PET in Italia non ha ancora superato nel 2019 il 60% e si tratta di bottiglie non sempre adatte ad applicazioni “food-grade”.

L'Italia con i suoi oltre settemila chilometri di coste è tra i Paesi che maggiormente contribuiscono al rilascio di rifiuti plastici nel Mediterraneo, come emerge da diversi studi tra cui: Il Mediterraneo: Mare plasticum (Iucn). Mettere la responsabilità di questa situazione unicamente sulla civiltà del cittadino, come solitamente cerca di fare l'industria della plastica o delle bevande, non risolve il problema. In realtà sono i sistemi di gestione dei rifiuti che devono stare al passo con i tempi per prevenire o ridurre al minimo le inefficienze e gli effetti collaterali indesiderati, applicando ove possibile misure efficaci come incentivi economici.

Parlando di alti tassi di raccolta, come ho già accennato, c'è anche un motivo contingente che ha spinto diversi Paesi europei a stabilire un percorso per arrivare nei prossimi due o tre anni ad avere un deposito per i contenitori usa e getta per bevande, ovvero la necessità affinché gli Stati membri (Italia compresa) raggiungano facilmente gli obiettivi della Direttiva Sup sulla raccolta differenziata della plastica monouso. E mi riferisco sia a quelli sul tasso di raccolta (90% al 2029 con l'obiettivo intermedio del 77% al 2025 per le bottiglie contenenti bevande), sia al contenuto obbligatorio di riciclato per le bottiglie in PET (25% entro il 2025 e 30% entro il 2029 di il peso totale immesso sul mercato).

Il sistema promosso dal neonato consorzio Coripet potrà sicuramente aumentare, attraverso il proprio sistema di raccolta incentivante, di qualche punto percentuale l'attuale tasso di raccolta e riciclo del Pet in Italia ma l'obiettivo di raccolta del 90% potrà essere raggiunto solo con l'aiuto di una nazionale Dott. Questo perché un incentivo di pochi centesimi, o altri buoni e agevolazioni per le bottiglie restituite tramite i compattatori, non è efficace quanto un deposito che vale 15 centesimi a pacco, e anche perché il sistema è volontario e non è diffuso a livello nazionale.

Nel prossimo post dirò perché un sistema DRS è vantaggioso per i Comuni, ma anche per i produttori di bevande, e quali sono le caratteristiche di un Sistema di Sicurezza moderno ed efficace di cui tenere conto nella progettazione di un DRS per il nostro Paese.    

Anche nel nostro Paese, prima o poi, dovrà entrare in vigore un sistema di deposito per i contenitori delle bevande. Quali sono i sistemi di incollaggio più moderni ed efficaci a cui dovremmo ispirarci?

Nonostante i vari interventi del ministro Cingolani apparsi sui media nelle settimane precedenti la data di entrata in vigore della Direttiva sulle plastiche monouso SUP, l'Italia ha finito per non recepire la direttiva entro il termine del 3 luglio. Cosa pensano della posizione dell'Italia in Europa?

Le lattine per bevande dal 31 dicembre 2022 saranno incluse anche nel sistema di deposito delle bevande olandese. La lunga battaglia del fronte ampio a favore dei depositi cauzionali ha portato a casa un secondo importante risultato con questa nuova decisione presa dal governo olandese lo scorso 3 febbraio.

Siamo plastiche, che partecipano a vario titolo e con diverso contributo e grado di responsabilità, in un modello ormai anacronistico basato sullo spreco di risorse a scapito delle generazioni future.

Gli imballaggi ei contenitori riutilizzabili sono il futuro in un po' di tutti i settori perché portano importanti benefici ambientali ma anche economici. A volte possono anche essere estremamente versatili...

Il numero di paesi e regioni che adottano un patto sulla plastica per ridurre l'impatto della plastica sull'ambiente è in crescita. Quali sono le caratteristiche ei risultati ottenuti fino ad oggi da questi accordi volontari?

Infine, dopo decenni di strenua opposizione ai sistemi di stoccaggio per contenitori per bevande, le grandi multinazionali delle bevande si schierano a favore dell'introduzione di sistemi di stoccaggio per contenitori per bevande in tutti gli Stati membri.

Dopo più di 25 anni di lavoro trascorsi nel settore dell'editoria e dell'organizzazione di eventi, collabora da tempo con l'Associazione Comuni Virtuosi. Membro del board e responsabile della campagna, scrive per il sito e alcune pubblicazioni del settore Retail sui temi che più la appassionano: economia circolare, eco-design, prevenzione dei rifiuti e uso sostenibile delle risorse. In particolare, segue con interesse gli sviluppi di progetti e iniziative internazionali come il programma New Plastics Economy della Fondazione Ellen McArthur che possono contribuire a mitigare l'emergenza rifiuti marini.

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