Ecco i numeri dei riciclatori italiani

2022-06-18 21:05:59 By : Ms. Liz Mao

Nel corso del convegno "L’industria del riciclo per una plastica circolare", tenutosi questa mattina a Roma, Assorimap ha presentato i dati del primo Report sul riciclo meccanico delle materie plastiche, curato dalla società di consulenza Plastic Consult.

Nell'aprire il convegno, il presidente di Assorimap, Walter Regis (nella foto) ha ricordato il ruolo dell'industria italiana del riciclo, una delle eccellenze a livello mondiale in termini di tecnologia e automazione: "Le nostre imprese sono un patrimonio industriale e vanno tutelate - ha affermato -. Aziende che vent'anni fa erano artigianali e ora sono vere e proprie industrie". Regis si è detto insoddisfatto delle risorse messe in campo dal piano PNNR: 150 milioni di euro ritenuti insufficienti per favorire lo slancio impiantistico. "Occorre coniugare ambiente ed economia, gli interventi esclusivamente ambientali non sono efficaci", ha dichiarato Regis. Interventi che sono necessari per rispettare gli obiettivi europei, tra cui il raggiungimento del 50% di riciclo effettivo entro il 2025. In tema di plastics tax europea - 800 euro a tonnellata sul peso dei rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati generati in ogni Stato membro -, il presidente di Assorimap ha ricordato come il Governo abbia preferito pagarla piuttosto che attuare interventi proattivi per favorire il riciclo.

IL PERIMETRO. Passando al rapporto Assorimap, l'industria del riciclo di materie plastiche conta oltre 350 aziende, comprendendo nel novero anche chi raccoglie e seleziona i rifiuti e gli scarti industriali, ma non gli operatori della raccolta rifiuti urbani. La maggior parte sono produttori di materie prime seconde (compresi gli scarti industriali), circa 200 aziende. Ma il perimetro considerato dallo studio riguarda circa 75 riciclatori "puri", che forniscono cioè materiale rigenerato in granulo (o scaglia nel caso del PET) da post-consumo, mentre sono esclusi i fornitori di macinati, così come i trasformatori di plastiche integrati a monte nel riciclo. Degli 81 impianti censiti, oltre la metà si trovano in Nord Italia (34 nel Nordovest, 23 nel Nordest), 8 al centro e 16 distribuiti tra Sud e Isole.

VOLUMI IN CRESCITA. Definito il perimetro dello studio, nel 2021 il riciclo meccanico di plastiche in Italia (output) si è attestato intorno a 800.000 tonnellate, in crescita del +17% rispetto all'anno precedente. Circa la metà del totale è costituita da polietilene, il PET conta per un quarto del materiale riciclato e, a seguire, polipropilene e misti poliolefinici (10% circa); il resto è costituito da altri polimeri. Plastic Consult ha provato anche a stimare la produzione totale di plastica riciclata da post-consumo in Italia, includendo tutti gli operatori e, in particolare, macinatori e trasformatori integrati: in questo caso i volumi supererebbero ampiamente il milione di tonnellate e potrebbero collocarsi verosimilmente tra 1,2 e 1,4 milioni di tonnellate.

DA DOVE ARRIVANO. Ritornando alle nostre 800.000 tonnellate di riciclo meccanico, la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi (nazionale o estera) è la prima fonte di materiale, con poco meno del 70% del totale. Un altro 20% è generato sempre da rifiuti da imballaggio, ma provenienti dal canale commerciale e industriale. Comunque rilevante anche l'apporto dei rifiuti agricoli, con poco meno del 5% del totale. Il volume restante è fatto da filiere variegate, come edilizia e costruzioni, RAEE, igiene e arredo urbano, articoli casalinghi e garden, automotive e, più in generale, mezzi di trasporto. In termini geografici, la prevalenza è soprattutto nazionale, ma il 12% arriva dall'estero, soprattutto da altri paesi europei.

DOVE VANNO. É interessante vedere dove trovano applicazione le plastiche riciclate. Non sorprende che la parte preponderante, pari a circa il 40%, torni nell'imballaggio (30% rigido, 9% flessibile), o in altre applicazioni flessibili come i sacchetti per i rifiuti (10%). L'11% si trasforma in tubi e una quota analoga in altri componenti per l'edilizia; comparto, quest'ultimo, che l'anno scorso ha registrato un tasso di crescita del +50% rispetto al 2020. Il resto si suddivide tra articoli casalinghi e per giardinaggio (5%) e altre applicazioni (22%).

DATI ECONOMICI. Il fatturato settoriale è valutato poco al di sotto del miliardo di euro (per la precisione 965 milioni), ma il trend appare in forte crescita, se si considera che rispetto all'anno precedente il giro d'affari è aumentato del +67%, anche (ma non solo) per effetto dei prezzi crescenti. Ricalcando la distribuzione dei volumi, la ripartizione dei valori vede in testa il polietilene per film, con poco meno del 40% del totale, seguito da rPET e rHDPE, entrambi intorno al 20%. Polipropilene, misti poliolefinici e altri polimeri partecipano per quote inferiori a 10%.

POLIMERO PER POLIMERO. Il rapporto Assorimap esamina anche in dettaglio il mercato dei singoli polimeri riciclati. In questa sede ci limiteremo a considerare solo i due principali: polietilene e PET.

Partiamo dal polietilene rigido (rHDPE): la provenienza è, per il 70%, la raccolta urbana dei rifiuti. L'output degli impianti di riciclo post-consumo è stimata in 160.000 tonnellate, con un incremento del +20% rispetto al 2020. Il principale settore applicativo è quello dei tubi (54%), quindi contenitori soffiati, dai flaconi ai fusti (23%), segmento che ha mostrato l'anno scorso il più elevato trend di crescita (+30%). Il polietilene flessibile vale invece più di 230.000 tonnellate, in crescita del +18% rispetto all'anno precedente, suddiviso in un rivolo di applicazioni finali diverse: le due principali, ognuna con un terzo del totale, sono gli imballaggi flessibili e i sacchi per la raccolta rifiuti, ma il segmento più dinamico - con un raddoppio dei volumi tra il 2020 e il 2021- si è rivelato quello relativo ad edilizia e costruzioni, che ora vale circa il 6% del totale. Passando al PET riciclato, la provenienza è totalmente da packaging a fine vita, per oltre l'80% di provenienza nazionale. Sono state riciclate l'anno scorso poco meno di 200.000 tonnellate, con una crescita intorno al +9% circa rispetto al 2020. Le applicazioni sono in questo caso piuttosto consolidate e riguardano quattro principali aree: la foglia per termoformatura destinata al packaging, principalmente per uso alimentare (45%); il closed loop delle bottiglie (bottle-to-bottle) con il 17% del totale; reggette e fibre tessili. Il maggior tasso di crescita, in termini di volumi, è stato raggiunto dal bottle-to-bottle (+50%), previsto ulteriormente in aumento in funzione degli obiettivi comunitari (Direttiva SUP). Infine, passiamo in rassegna velocemente i volumi riciclati degli altri polimeri, rimandando al documento integrale per maggiori dettagli. Nel 2021 sono state riciclate 74.000 ton di polipropilene (+16%); 90.000 ton di misti poliolefinici (rMPO), in crescita del 20% sul 2020; inoltre, 22.000 tonnellate di stireniche, tra polistirene ed EPS, con un tasso di crescita del +70% e una forte progressione nell'ultimo biennio.

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