L'isola 12 dell'ex Enichem ospiterà l'impianto di trattamento della plastica

2021-12-07 00:36:09 By : Ms. Celia Yang

Il nuovo impianto per la produzione di materie prime e secondarie derivanti dal recupero e/o riciclo della plastica dal ciclo di riciclo effettuato dai Comuni. La spesa stimata è di 24.158.372,54 euro per l'adeguamento e l'ampliamento dei centri di raccolta dei rifiuti urbani, provenienti dal settore differenziato. Il progetto si avvarrà delle risorse del POR Puglia 2014/2020, pari a 2.504.729,55 euro, del POC Puglia 2014-2020 di 11.179.806,80 euro, oltre alle risorse FSC di 17.138.515 euro del Patto per la Puglia 2014-2020. Il processo produttivo consiste in una serie di operazioni: selezione delle varie parti delle plastiche, macinazione, lavaggio con eliminazione di quelle indesiderate per raggiungere la granulazione, un prodotto finito che viene successivamente riciclato. Il paradosso è che esiste già un impianto per la prima selezione di carta, plastica, metalli e vetro nella zona industriale di Manfredonia, all'interno del magazzino ASE, nuovissimo, fermo da anni, senza mai essere entrato in funzione . Costo un milione di euro. Soldi pubblici spesi inutilmente, perdita di oltre dieci posti di lavoro, entrate ridotte per l'Ase, costretta a svendere i rifiuti, per non parlare della TARI che avrebbe potuto pesare meno sulle tasche dei cittadini. Quali sono le ragioni? La Regione Puglia, la stessa che ha autorizzato l'impianto da 24 milioni di euro nell'area ex Enichem, non ne ha autorizzato l'esercizio. Apparentemente a causa della mancanza di dialogo tra due uffici regionali. Il primo ha autorizzato e finanziato la costruzione, l'ha testata e l'altro ha negato l'autorizzazione ad effettuare la prima selezione della frazione secca riciclabile. Nell'ultima conferenza dei servizi svoltasi nel settembre 2018 la Regione è stata sollecitata ad esprimere il proprio parere, anche contrario, consentendone l'impugnazione innanzi al TAR. Silenzio assoluto. È incomprensibile questo spreco di risorse pubbliche che porta a pensare ad una scelta politica volta a sviluppare iniziative industriali in alcune zone, Monte Sant'Angelo, piuttosto che in altre, Manfredonia ad esempio, baciata da un contratto di zona abortito e che dopo 20 anni attende ancora i beni di prima necessità. I due consiglieri regionali di Manfredonia cercano di dare una risposta concreta su queste distorsioni, che insieme a tante altre, hanno mortificato un popolo cui è stata negata la dignità.

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