PIEMONTE ARTE: I 600 ANNI DEL DUCATO DI SAVOIA, MUSEI APERTI IL 25 APRILE E 1°MAGGIO, GAUDENZIO FERRARI, ARTE A 33 GIRI, SALVATORE ZITO, LEONARDO, NOVECENTISTI, SOLLAZZO OTTICO… - CentoTorri

2022-04-21 06:29:04 By : Ms. linda lian

coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

CENTRO STUDI PIEMONTESI. “1416: SAVOIE BONNES NOUVELLES.” STUDI DI STORIA SABAUDA NEL 600° ANNIVERSARIO DEL DUCATO DI SAVOIA

A cura di Gustavo Mola di Nomaglio

I saggi che formano questi due volumi, in molti casi autentiche pietre miliari nel proprio settore, sono opera di affermati accademici, studiosi, saggisti e di validi e promettenti ricercatori. Essi spaziano nella storia (affrontando, tra altri, temi d’interesse dinastico, istituzionale, biografico, economico, giuridico, giurisdizionale, sociale, politico, culturale, militare, religioso e genealogico); spaziano, inoltre, nel campo della storia dell’arte e dell’architettura, in quella della cultura, dei patrimoni culturali, della lingua, come pure in ambiti onomastici e toponomastici. L’occasione per raccogliere una così vasta messe di studi è stata offerta dalla ricorrenza del sesto centenario dell’assunzione, nel 1416, del titolo ducale sulla Savoia. Pur trattandosi di un atto di rilevanza più formale che sostanziale (in quel momento i Savoia già erano da secoli principi e duchi di altre vaste regioni) l’assunzione di quel titolo diveniva comunque opportuna, sia perché rappresentava l’occasione per una sistemazione, sotto un’unica denominazione territoriale, dei domini oltralpini, sia perché altri sovrani, pur dinasticamente e politicamente d’importanza secondaria rispetto ai Savoia, ormai se ne fregiavano usualmente. Come diversi scrittori antichi riferirono nel corso dei secoli, infatti, gli Stati sabaudi erano sotto ogni profilo, pur nella loro estensione variabile ed evolutiva, più consistenti di primari Regni. E non poteva che essere così, se si vuole prendere atto di quali fossero i domini e poteri detenuti dalla dinastia sin da tempi remoti: sul versante italiano sovrana di una vasta porzione del Piemonte e della Valle d’Aosta, su quello attualmente svizzero del Vaud, del Vallese e del Ginevrino; su quello oggi francese, della Savoia, Bresse, Bugey, Valoromey, Nizza. E occorrerebbe considerare altri possessi e influenze altrove in Europa. Ad esempio quelli riferibili all’isola anglosassone, dove nel ‘200 Pietro II di Savoia deteneva un ruolo di primo politico piano e possedeva oltre trecento feudi e castelli, mentre suo fratello Bonifacio era arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra.

25 APRILE E 1 MAGGIO ALLA FONDAZIONE TORINO MUSEI: APERTURE STRAORDINARIE E MOSTRE DA VISITARE

Da Pasqua al 1 maggio i musei della Fondazione saranno sempre aperti. Apertura straordinaria lunedì 25 aprile per GAM e MAO. Durante le festività del ponte della Festa della Liberazione e della Festa del Lavoro la GAM, il MAO e Palazzo Madama saranno aperti: l’occasione giusta per visitare le mostre, le collezioni e partecipare a tutti gli eventi in programma.

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica: Lunedì 25 aprile Festa della Liberazione 10.00 – 18.00. Martedì 26 aprile Chiuso. Domenica 1° maggio Festa del lavoro 10.00 – 18.00. La biglietteria chiude un’ora prima

INVITO A POMPEI – 8 aprile – 29 agosto 2022

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna: Lunedì 25 aprile Festa della Liberazione 10.00 – 18.00. Domenica 1° maggio Festa del lavoro 10.00 – 18.00. La biglietteria chiude un’ora prima

CARLO LEVI. Viaggio in Italia: luoghi e volti –  9 febbraio – 8 maggio 2022

VINCENZO AGNETTI (In VideotecaGAM) – 22 febbraio –  12 giugno 2022

UNA COLLEZIONE SENZA CONFINI. Arte internazionale dal 1990 –  fino al 25 settembre 2022

WORLD PRESS PHOTO EXHIBITION – dal 29 aprile al 18 settembre 2022

 MAO Museo d’Arte Orientale: Lunedì 25 aprile Festa della Liberazione 10.00 – 18.00. Domenica 1° maggio Festa del lavoro 10.00 – 18.00. La biglietteria chiude un’ora prima

KAKEMONO. Cinque secoli di pittura giapponese. La Collezione Perino

CREDERE CON IL CORPO NEL SUD-EST ASIATICO. Esposizione fotografica a cura di Eva Rapoport

ROTAZIONE | La veste del Buddha. Preziosi kesa giapponesi dalle collezioni del MAO

PINACOTECA ALBERTINA NEL SEGNO DI GAUDENZIO FERRARI

dal 14 aprile al 16 ottobre 2022 – Pinacoteca Albertina – Sala dei Cartoni Gaudenziani – via Accademia Albertina 8, Torino

Dopo il recente riallestimento della Sala dei Cartoni gaudenziani, la Pinacoteca dell’Accademia Albertina riprende il suo ciclo di mostre-dossier dedicate a opere pittoriche realizzate nell’ambito della bottega di Gaudenzio Ferrari, messe in dialogo con i materiali grafici di quella stessa officina artistica appartenenti al Museo. Presentiamo in questa occasione un dipinto poco conosciuto della produzione gaudenziana, conservato in collezione privata e oggi visibile al pubblico per la prima volta. L’opera, costituita da tre pannelli lignei di cui sono state modificate le misure e la forma originarie, raffigura nella parte centrale la Madonna con il Bambino, san Giovannino e tre angeli, mentre negli scomparti laterali sono visibili due sante nell’atto di presentare alla Vergine delle dame inginocchiate in preghiera, probabilmente le committenti dell’opera. Le sante sono identificabili grazie ai loro attributi in Marta di Betania (a sinistra, con la Tarasca e l’aspersorio) e Dorotea (a destra, con il canestro da cui sgorgano miracolosamente dei fiori). Il trittico è riconoscibile negli inventari della importante quadreria dell’avvocato Giuseppe Antonio Gattino (1802-1853), che era allestita nelle sale nell’attuale Palazzo Valperga Galleani di Torino, in via Alfieri 6, in cui il collezionista abitò a partire dal 1829. La pinacoteca passò poi per via ereditaria ai conti Ricardi di Netro e infine nel 1929 fu acquisita dall’antiquario torinese Pietro Accorsi e dispersa sul mercato. Le tre tavole qui presentate furono comprate pochi anni dopo dalla famiglia che tuttora le possiede. Gattino aveva acquistato l’opera nel 1830 a Chieri, poco lontano da Torino, dove pare che fosse conservata in San Domenico. Questa dunque potrebbe essere la chiesa per cui fu originariamente commissionata, oppure potrebbe provenire da qualche altro edificio religioso della zona ed essere stata trasferita lì in seguito alle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi (1802), che provocarono la dispersione di una grossa parte del patrimonio artistico piemontese. L’opera è attribuibile al grande pittore di origine valsesiana Gaudenzio Ferrari (nato a Valduggia, documentato a partire dal 1507 e morto a Milano nel 1546), dipinta verosimilmente con l’aiuto di un collaboratore intorno al 1540 o poco prima; la tavola centrale è ispirata alla cosiddetta Madonna degli aranci, una grande pala commissionata nel 1529 a Gaudenzio per la chiesa di San Cristoforo di Vercelli. La collezione della Pinacoteca dell’Accademia Albertina conserva un cartone (il numero 351) raffigurante Santa Dorotea con una devota, che fu probabilmente realizzato dallo stesso Ferrari come traccia grafica per la tavola di destra dell’opera qui presentata. Le indagini scientifiche eseguite sul trittico in occasione del restauro hanno dimostrato, grazie alla tecnica della riflettografia infrarossa, la precisa corrispondenza del disegno preparatorio sulla tavola con il cartone, confermando che proprio questo grande foglio o una sua copia diretta sono stati utilizzati come impostazione per la stesura pittorica.

La mostra presso la Pinacoteca Albertina sarà visitabile tutti i giorni feriali e festivi dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30) a esclusione del mercoledì che è il suo giorno di chiusura e sarà compresa nel biglietto di ingresso del Museo

ARTE A 33 GIRI: DA MATISSE A BASQUIAT DA DUBUFFET A BEUYS

Spazio Musa | Via della Consolata 11 / E

A cura di Vincenzo e Giorgia Sanfo, Alessandra Mammì, Red Ronnie, Sergio Secondiano Sacchi. Fino all’ 11 settembre 2022

Apre  presso lo Spazio Musa a Torino, un’originale mostra dedicata al vinile d’autore che, spaziando da Matisse a Basquiat da Dubuffet a Beuys, attraversa tutta la storia della musica e dell’arte moderna e contemporanea, con la presenza di alcuni tra i suoi più grandi protagonisti. Da Picasso a Miró, sino a Warhol, Koons, Hirst, Barcelò, Tapies, Haring, agli italiani Clemente, Paladino, Lodola, Pistoletto, Nereo Rotelli, D’Angelo, Zorio, oltre a grandi fotografi come Araki, Mapplethorpe, Ghirri e importanti illustratori quali ad esempio Crepax, Manara e tanti a tri, la mostra offrirà nuove prospettive su un mondo ancora in buona parte sconosciuto al grande pubblico. La storia della musica, nel secolo appena trascorso, ha trovato nel vinile uno tra i più efficaci veicoli di diffusione popolare, entrando prepotentemente nelle case e divenendo strumento di moltiplicazione di espressioni, non solo musicali, ma anche del gusto estetico e comunicativo. I rigidi, anonimi, e seriosi contenitori dei primi dischi inizialmente a 78 giri e successivamente a 33 e 45 giri, hanno visto, negli anni, l’irrompere di copertine coloratissime e a volte spiazzanti sotto il profilo grafico. Questo sconvolgimento lo si tende ad assegnare ad Andy Warhol che, con una iconica copertina realizzata per i Velvet Undergound nel 1967, irruppe nel mondo della discografia cambiando radicalmente la concezione del contenitore e creando, probabilmente in maniera inconsapevole, il filone delle Art Cover. Prima di lui, e ben prima delle celeberrime rock cover, il mondo del Jazz in particolare e in parte della musica classica si erano rivolti ad artisti per stimolarli a disegnare magistrali copertine. La mostra, Arte a 33 giri, realizzata da Spazio Musa, AICS Torino APS e da Diffusione Italia I ternational Group trasporta il pubblico in un mondo, quello delle copertine dei vinili, che d gli anni quaranta a oggi ha rivoluzionato la grafica contemporanea e il modo di promuovere la musica. In mostra oltre a circa 150 mitiche cover d’artista anche sculture, dipinti, disegni, grafiche, e documenti che ci portano nel cuore di progetti creativi che hanno stimolato gli artisti nel realizzare veri e propri capolavori come ad esempio la cover componibile pensata per l’album dei Talking Heads “Speaking in Tongues” realizzata da Robert Rauchenberg. Le soluzioni formali di un contenitore, che ha una dimensione ben definita e un utilizzo specifico, hanno imposto agli artisti di creare immagini che a volte hanno innescato autentiche r voluzioni nel mondo dell’arte e non solo, pur utilizzando il proprio stile personale. Come è successo, ad esempio ad Andy Warhol che attraverso le cover musicali ha compreso la grande forza comunicativa della riproducibilità seriale di un’opera e che, in questa mostra, vedrà esposti tutti lavori realizzati da Warhol a partire dai primi timidi tentativi risalenti agli anni ‘40 e mediati da Ben Shahn, sino all’ultima cover, realizzata per MTV pochi mesi prima della sua morte. La mostra, che parte da alcune opere di Toulouse-Lautrec antesignano degli artisti dediti alle illustrazioni musicali, documenta, in maniera esemplarmente esaustiva le ricerche di alcuni dei più grandi protagonisti dell’arte, spaziando da Dalí a Saville, da Vasarely, ad Ai Wei Wei, Gilbert & George, Magritte, Schnabel in un percorso che, dagli anni 30, arriva sino ai nostri giorni attraversando stili e movimenti. Degne di nota all’interno della mostra anche le importanti collaborazioni intercorse tra artisti e interpreti come ad esempio quella tra Lady Gaga e Jeff Koons o tra Rolling Stone e Andy Warhol o ancora tra Bruce Springsteen e Annie Leibovitz. E ancora il racconto di incontri come quello tra Mario Schifano e Andy Warhol sino ad artisti come Ugo Nespolo, Enzo Cucchi o Joseph Beuys che hanno utilizzato il vinile come mezzo di divulgazione delle proprie riflessioni. L’insieme delle cover presenti nella mostra costituiscono un nucleo di opere e di artisti, tra i più importanti della storia del XX e XXI secolo, un insieme degno dei più grandi musei internazionali e con opere che raccontano, non solo l’aspetto figurativo, ma anche il lato creativo di una ispirazione che giunge dal mondo della musica, con tutti i suoi stimoli, le sue stravaganze, le sue esagerazioni. Ad accompagnare la mostra, vi sono i testi di Alessandra Mammì, Sergio Secondiano Sacchi e Red Ronnie che offrono una lettura del percorso, illuminante e in grado di far capire e a prezzare il mon

 IL TORINESE SALVATORE ZITO SCELTO PER IL LANCIO DELLA NUOVA GALLERIA A.R.P. A PARIGI

Dal 21 aprile: quattro nuove opere Nft e 40 quadri ‘Stick spinosi’: gli inediti su pandemia e guerra

L’artista torinese Salvatore Zito è tra i primissimi invitati a inaugurare le personali della nuova galleria parigina Art Research Paris (A.R.P.). Proprio di fronte all’Eliseo, il gallerista Jean-Jacques Wattel, già notissimo esperto d’arte della casa d’aste Tajan, ha infatti appena aperto con François Coudert un grande spazio innovativo per l’arte e non ha avuto dubbi su quali sarebbero state le personali subito ospitate da A.R.P.: tra queste, quella dedicata agli “stick” inconsumabili del torinese Zito, che Gianni Vattimo ha definito “un pittore dell’ulteriorità, che nasconde e fa presenti gli orizzonti ulteriori”. Non ci saranno soltanto le opere fisiche di Zito, ma anche e soprattutto gli Nft, le opere virtuali dell’artista che è un pioniere tra i creatori di Non-fungible token, tra i primi al mondo ad effettuare la digitalizzazione di lavori reali e il primo artista di Torino ad aver intrapreso questa strada. Non arte che nasce e si concretizza dentro un Pc, quindi, ma un lavoro che parte dalla tela e poi rinasce in un’unica diversa opera, con la creazione di algoritmi che diventano figure in movimento, negoziabili in criptovaluta e ricercati dai nuovi collezionisti in linea con la filosofia del Metaverso. Il vernissage si terrà dal 21 aprile e l’esposizione continuerà sino al 3 maggio, salvo proroghe, al 174 di rue du Faubourg Saint-Honoré. Le 40 opere uniche in mostra nella capitale francese appartengono alla collezione “Leggeri Stick Spinosi”: i celebri stick o “Pinguini” di Zito, presenti in molte collezioni pubbliche e private. In questo caso i recenti dipinti di Zito rimandano alla pandemia vissuta, al lockdown e agli odierni scenari di guerra. «Le singole opere non hanno titoli, perché il messaggio deve arrivare all’osservatore senza mediazione verbale”, spiega l’artista. “Ci sono tanti significati in questo ciclo – aggiunge Zito – molti dei quali afferenti agli ultimi anni che abbiamo vissuto: il senso di costringimento e chiusura, ma anche quello di possibile liberazione, che offrono gli stick fatti di filo spinato o emergenti come forma incorporea dallo stesso». Saranno esposte anche 7 sculture policrome in legno e smalto.

 COLLEGNO HA FATTO S.P.L.A.S.H.!

Chiude con successo la mostra patrocinata dal Comune di Collegno e da Città Metropolitana alla Sala delle Arti nel Parco della Certosa. Ultimo fine settimana, quello Pasquale, per visitare l’esposizione che ha avuto un ottimo gradimento da parte del pubblico Francesco Blaganó e Scalenghe Manuela espongono la loro opera contenente “ altre opere “. In questa istallazione la Sala delle Arti, spazio espositivo all’interno della Certosa Reale di Collegno, è diventata una sorta di acquario dove immergersi tra sculture, quadri, disegni che illustrano il periodo ormai più che decennale di ricerca spirituale dei coniugi/artisti. Centinaia di pesci in carta restituiscono simbolicamente il senso delle profondità marine in cui immergersi. Opera inclusiva è metafora di profondità spirituali. Appesi tra volta e pavimento gli oggetti dell’installazione, pesci in carta, le altre opere diventeranno così tesori in un mare in cui cercare ragioni e risposte. Ogni opera degli artisti ha un forte richiamo spirituale di connotazione cristiana e racconta sensazioni o concetti estrapolati dalle Sacre Scritture. I tesori di questa profondità sono prevalentemente creati con materiali di risulta o riciclo, come a dire, che nelle cose minime e scartate c’è il senso della grandezza dell’universo. I concetti in merito sono spesso rappresentati con opere realizzate in carta o materiale riciclato, unendo così il forte sentimento spirituale della mostra ai dettami etici contemporanei in merito al recupero e al riutilizzo dei materiali. In questo caso parafrasando l’attivista pro-ambiente Greta Thumberg dovremmo dire si! Bla..Bla…Bla. (Inteso come radice di Blaganò e Blaganò -Signora- ), poiché questo parlare non resta fine a se stesso, ma appartiene ad un percorso che cresce da anni che ora si fonde con il quotidiano narrando oggettivamente i tempi che viviamo. Infatti la mostra oltre ad essere patrocinata dal Comune di Collegno ( che ha inserito nel suo Piano di Offerta Formativa specifici laboratori tenuti dagli artisti, che spiegano agli scolari, come produrre qualcosa non di utile solamente, ma di valore – come un opera d’arte- da materiali di scarto) vede anche il sostegno del consorzio CIDIU e il patrocinio della Città Metropolitana di Torino.

Sabato 23 aprile verrà inaugurata la mostra NOVECENTISTI che si protrarrà fino al 21 maggio. Saranno presenti una cinquantina di opere provenienti da raccolte private e dalle famiglie degli artisti. Elenco pittori presenti: T. Aime, F. Assetto, B. Cassinari, G. Chessa, I. Cremona, P. G. Crida, F. De Pisis, F. Eandi, A. Funi, N. Galante, A. Galvano,  M. Gamero, R. Gazzera, G. Griffa, U. Lilloni , S. Lobalzo , T. Longaretti, P. Martina, U. Mastroianni, F. Menzio, P. Morando, P. Oriani, R. Pasteris, E. Paulucci, L. Proverbio, M. Quaglino, L. Spazzapan, F. Tabusso. D. Treves.

Saranno ovviamente garantite tutte le misure di sicurezza per il contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Orario galleria 10-12,30 / 15,30-19 – chiusi lunedì e festivi.

BIBLIOTECA REALE. A TU PER TU CON LEONARDO SVELA I DISEGNI DEL GENIO DA VINCI

Fino al 25 aprile 2022 i Musei Reali di Torino aprono le porte della Biblioteca Reale per ammirare un’esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni, tra i quali anche il celebre Autoritratto. Architetto, anatomista, pittore, visionario: l’incredibile e poliedrico genio di Leonardo da Vinci torna protagonista ai Musei Reali che dal 15 al 25 aprile 2022 propongono un’esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni, tra i quali anche il celebre Autoritratto. La mostra A tu per tu con Leonardo racconta un insieme di opere di eccezionale valore, che documenta l’attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all’anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo. Tutti i giorni dalle 9 alle 19, i visitatori saranno condotti da guide esperte a scoprire da vicino il corpus leonardesco: il lavoro dell’artista e la sua infaticabile ricerca della perfezione affiorano dai tratti vergati con la pietra rossa o nera, a penna o a inchiostro, sfumati con rapidi colpi di pennello o resi voluminosi dai tocchi di biacca. Il disegno, grazie alla sua intrinseca versatilità, che lo rende adattabile sia all’analisi approfondita dei dettagli che a una rapida sintesi formale, è uno dei mezzi espressivi preferiti da Leonardo da Vinci che lo usa per tutto il corso della sua vita. L’esposizione è un’occasione unica per osservare, a distanza di secoli, le tracce del processo creativo che, da un fugace guizzo, concretizza e fissa l’idea sulla carta. L’esperienza sarà preceduta dalla visita al salone aulico della Biblioteca, progettato dall’architetto regio Pelagio Palagi, con la splendida volta affrescata dai pittori Angelo Moia e Antonio Trefogli, e da una introduzione alla storia della collezione leonardesca e del suo arrivo a Torino. L’esposizione è il secondo appuntamento di una rinnovata modalità di visita dell’importante nucleo di opere di Leonardo. Le particolari caratteristiche delle opere su carta, particolarmente fragili e sensibili alle variazioni di temperatura e umidità e alla luce, com’è noto, limitano le possibilità di fruizione pubblica imponendo tempi di esposizione brevi, seguiti da adeguati periodi di riposo conservativo. Considerato il grande interesse dei visitatori, i Musei Reali hanno scelto di concedere l’occasione di ammirare questi capolavori più frequentemente, ma per periodi molto ridotti. La mostra A tu per tu con Leonardo sarà visitabile tutti gli anni nella settimana di Pasqua, le prossime date: 8-16 aprile 2023, 30 marzo-7 aprile 2024 e 19-27 aprile 2025. “A più di 500 anni dalla sua morte, il talento di Leonardo da Vinci continua ad essere una fonte di illimitata ispirazione. Le sue molteplici intuizioni, opere e invenzioni sono capaci ancora oggi di sorprenderci e influenzarci, testimonianze dell’inesauribile curiosità che ha sempre alimentato la ricerca del grande maestro – spiega Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali -. Questa esposizione vuole essere una guida per affacciarsi sul mondo di un sommo artista che ha fatto della conoscenza e della sperimentazione una legge di vita”. La storia sabauda della collezione leonardesca ha origine nel 1840 quando il Re Carlo Alberto acquista da Giovanni Volpato, mercante d’arte di origini piemontesi, appena rientrato in Piemonte dopo alcuni anni di attività all’estero, 1585 disegni di grandi maestri italiani e stranieri. Fulcro della fortunata acquisizione è la sezione dei tredici disegni autografi di Leonardo da Vinci, fogli eterogenei per soggetto e cronologia, al culmine dei quali si pone l’opera più famosa della raccolta, e uno dei pezzi più noti della sua intera produzione: il Ritratto di vecchio, ritenuto l’Autoritratto del grande maestro.I tredici disegni ripercorrono l’intera carriera artistica del genio da Vinci, dagli esordi intorno al 1480 fino agli ultimi anni di attività, 1515-17 circa, documentando l’intero panorama dei suoi interessi e delle sue sperimentazioni. Alcuni disegni sono in relazione con opere note e celebrate del maestro, dalla Battaglia d’Anghiari alla Vergine delle Rocce; altri ne testimoniano progetti mai realizzati, dai monumenti Sforza e Trivulzio alla statua di Ercole per Piazza della Signoria. Nel 1893 la collezione leonardesca si arricchisce di un altro fondamentale documento, il Codice sul volo degli uccelli, donato ad Umberto I dal collezionista e studioso russo Teodoro Sabachnikoff. Il piccolo quaderno di appunti sul volo, scritto tra il 1505 e il 1506, era stato più volte trafugato e smembrato in seguito alla dispersione dei manoscritti di Leonardo seguita alla morte del loro primo erede e custode, Francesco Melzi, giungendo a Torino a fine Ottocento ancora mutilo di quattro carte. I fogli mancanti sono stati ritrovati sul mercato antiquario nel 1920 dal ginevrino Enrico Fatio, il quale, dopo averli acquistati, li ha donati al Re Vittorio Emanuele III, permettendo così la ricomposizione del prezioso codice. Il manoscritto, oltre a indagare il tema del volo degli uccelli, reca le riflessioni di Leonardo sulla macchina per il volo, sui problemi di meccanica, di idraulica, di architettura, di anatomia, di disegno di figura, intrecciandosi e intersecando questioni cruciali dei suoi studi. Presso il bookshop dei Musei Reali, è inoltre disponibile la guida breve alla collezione dei disegni di Leonardo da Vinci, realizzata con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino come strumento di approfondimento delle opere del grande maestro e di supporto alla visita del corpus della Biblioteca Reale.

VERBANIA. FRIENDLY STONES. LA NASCITA DI UN’IDEA

Il Maggiore di Verbania nei disegni visionari di Salvador Arroyo

Inaugura sabato 23 aprile, con apertura alle ore 11.30, nella Sala Museo del Maggiore di Verbania, l’esposizione FRIENDLY STONES. LA NASCITA DI UN’IDEA. Il Maggiore di Verbania nei disegni visionari di Salvador Arroyo. Organizzata dal Museo del Paesaggio, nell’ambito delle attività del Centro Studi del Paesaggio, la mostra nasce dal legame che si è creato tra Verbania e l’architetto Salvador Arroyo. La mostra, già presentata nel 2019 presso la sede storica del Museo a Palazzo Viani Dugnani, viene oggi portata a Teatro grazie a un accordo tra le due Istituzioni, con una serie di pannelli con alcuni degli estratti della mostra. Sarà possibile visitare gratuitamente l’esibizione nei giorni e orari di spettacolo. La mostra si divide in sezioni che raccontano, come in un viaggio onirico, l’evoluzione di un progetto, la nascita di un’idea e i suoi cambiamenti grazie all’ispirazione che il paesaggio offre, sempre diverso a seconda di come lo si guarda. L’importanza di vivere il territorio, entrarci e farsi raccontare da lui la storia del passato per interpretare al meglio il presente, è alla base del rapporto che Arroyo ha avuto con Verbania nell’ideazione del progetto che gli è stato commissionato. Numerosi sono stati i sopralluoghi solitari e le ore che l’architetto ha passato in riva al lago a osservare il panorama, a studiare le forme delle montagne che abbracciano la zona e a camminare nelle viuzze storiche alla ricerca della chiave di lettura per creare il giusto simbolo moderno di Verbania. L’ispirazione è arrivata dalla pietra, questo materiale così ampiamente presente nel territorio verbanese da diventare quasi famigliare o amichevole per chiunque ci viva o ci passi…ed ecco il titolo della mostra. Le pietre amichevoli sono proprio quelle che hanno ispirato la nascita del teatro, quelle pietre che, a ben guardarle, nascondono sempre un volto umano sorridente al loro interno. Gli schizzi e gli appunti autografi dell’architetto Arroyo sono stati analizzati e hanno costruito quasi da soli il percorso della mostra, fondamentale è stato anche un testo che l’architetto ha steso per raccontare la sua esperienza a Verbania e la meraviglia che il nostro paesaggio gli suscita ogni volta che lo visita.

IVREA. PUBBLICATO IL CATALOGO “OLIVETTI E L’ARTE: JEAN-MICHEL FOLON”.

Un’affluenza e un successo di pubblico oltre ogni aspettativa hanno indotto l’Amministrazione comunale a prorogare la mostra “Olivetti e l’arte: Jean-Michel Folon” fino al prossimo 5 giugno. Nel frattempo, come annunciato, è stato pubblicato, a corredo della mostra, dall’editrice Allemandi il catalogo dedicato. L’Assessore alla Cultura Costanza Casali ne sottolinea il nesso con il più ampio progetto della Collezione Olivetti e con il recente riconoscimento di “Ivrea Capitale Italiana del Libro 2022”: “Con gioia annuncio l’uscita di questo secondo catalogo edito dalla casa editrice Allemandi di Torino. La pubblicazione entrerà a far parte di un progetto editoriale più ampio e connesso alle iniziative previste all’interno del programma dedicato a Ivrea Capitale del Libro. Il progetto prevede la pubblicazione di sei volumi che accompagneranno le rispettive mostre dedicate al patrimonio artistico Olivetti, e che comporranno una collana raccolta in un apposito cofanetto. Le altre quattro mostre del ciclo Olivetti e la cultura nell’impresa responsabile si svolgeranno tra il 2022 e il 2023 presso il Museo Garda di Ivrea. Quanto prima il mio assessorato sarà promotore di un’iniziativa dedicata alla presentazione al pubblico di questo nuovo volume della collezione”. I cataloghi sono in vendita al prezzo di copertina di 30 euro e a un prezzo promozionale di 25 euro presso il Museo. È possibile prenotare le copie ed eventualmente richiederne la spedizione facendone richiesta via mail al museo musei@comune.ivrea.to.it, oppure procedere all’acquisto diretto sul sito dell’editore https://www.allemandi.com/. La pubblicazione, a cura del Comune di Ivrea e dall’Assessorato alla Cultura, illustra l’affascinante esperienza dell’illustratore belga nel corso della sua collaborazione con l’azienda eporediese, durata oltre 30 anni. Attraverso le opere, la corrispondenza intercorsa con Giorgio Soavi e i documenti, il catalogo offre una panoramica completa dell’esperienza virtuosa che ha visto arte e industria creare un terreno di incontro in cui coltivare progettualità e forme per comunicare innovative e tuttora straordinarie per la loro modernità. Ricordiamo a chi vorrà visitare la mostra che l’accesso e la biglietteria del Museo sono stati trasferiti all’interno dell’ ufficio di Turismo Torino e Provincia di Piazza Ottinetti. L’entrata in vigore del decreto legge 24 marzo 2022 n. 24, ha stabilito la fine dello stato di emergenza, cambiando le modalità di accesso ai luoghi della cultura e dello spettacolo. Per l’accesso a musei, parchi archeologici, mostre, archivi, biblioteche e altri luoghi della cultura non è più richiesto il possesso del green pass rafforzato, né di quello “base”. Resta l’obbligo di utilizzo di mascherine chirurgiche. Non sarà più necessaria la prenotazione per l’ingresso al Museo . Proseguono anche le visite guidate alla mostra, condotte dalle curatrici e comprese nel costo del biglietto di ingresso. In questo caso, al fine di garantire la formazione di gruppi di dimensioni ottimali per la fruizione dei contenuti, resta obbligatoria la prenotazione. Prenotazioni per le visite guidate: in orari di apertura del museo, al numero 0125 410512 o tramite mail a musei@comune.ivrea.to.it L’iscrizione sarà effettiva con conferma di ricevuta da parte del museo. Le prossime date per le visite guidate sono le seguenti:

Orari di apertura del museo: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Chiuso il lunedì.

CUNEO. MOSTRA LE LUNE DEL CUORE. SILVIA BECCARIA E DANILA GHIGLIANO

a Palazzo Samone, via Amedeo Rossi 4 – Cuneo, La mostra allestita al piano nobile di Palazzo Samone sarà  visitabile dal 22 aprile al 29 maggio 2022, venerdì, sabato e  domenica dalle ore 16.00 alle  ore 19.00, con ingresso libero, nel rispetto della normativa anti Covid.

In   mostra   le   espressioni   di   due   artiste   che   si   interrogano   su   ciò   che   accade   nel   mondo, propendendo per la fragilità della poesia che ha però la forza di portare luce e affettività alle nostre incerte esistenze.  Il titolo deriva da un verso della poesia “Sempre e Mai” di Paul Celan dedicata alla poetessa Ingeborg   Bachmann   e   tratta   dalla   raccolta Papavero e memoria     del   1952.   Le   due   artiste, accomunate da una propensione lirica per il potere delle parole dei poeti di lenire i mali che affliggono   le   nostre   vite,   ci   propongono   le   loro   personali   interpretazioni   del   “tempo   del cuore” cantato  da Celan, che “come un pendolo / oscilla tra Sempre e Mai”, tra il passato dimenticato e “lo spettro di ciò che sarà”. Il tempo dei desideri sognati o appagati e quello delle nostre più intime tensioni psicologiche ci riappaiono nelle loro rispettive opere in veste di riflessioni sui valori essenziali del nostro essere, sottoposti da ciascuna artista ad un’attenta e suggestiva rivisitazione, in grado di svelare le relazioni poetiche che intercorrono fra noi e il mondo. Entrambe le artiste ci permettono di ritrovare la nostra essenza poetica, accogliendo pensieri e sentimenti condivisi che ci possono riconciliare con il nostro senso di umanità, così oltraggiato   ai   nostri   giorni   dalle   forze   avverse   che   mirano   piuttosto   alla   negazione   della bellezza. Attraverso   il   ricamo   e   l’intreccio,   o   anche   con   il   ritaglio   e   l’accostamento   di   intere   frasi vergate  a mano, Silvia Beccaria  riscrive, trascrive o riordina liberamente scritti di altri a lei cari,   per   opporre   all’oscurità   del   mondo   prosaico   la   luce   e   il   vigore   delle   parole   di   celebri poetesse e poeti moderni e contemporanei. Danila Ghigliano , da parte sua, allestisce minimi accadimenti scenici o piccole storie per gli occhi e la mente, in cui compaiono segni e strutture del linguaggio poetico, attraverso il quale si accede ai nostri sogni illuminati da lune bianche e si visualizzano i desideri reconditi della psiche   umana

I REPORTAGE SUI “SEGNI D’ARTE” PROSEGUONO CON GLI ACQUERELLI DI GIANNA TUNINETTI

La serie di reportage televisivi che la Direzione Comunicazione e rapporti con i cittadini e i territori della Città Metropolitana di Torino dedica ai “Segni d’Arte” prosegue questa settimana con il filmato dedicato agli acquerelli di Gianna Tuninetti. Un omaggio all’artista e alla sua carriera, ma anche un’occasione per lanciare il suo ultimo lavoro, il libro scritto insieme a Maria Teresa Della Beffa con la realizzazione grafica di Mauro Macchia, “Colori e Sapori dal Mondo” che verrà presentato domenica 1 maggio alle ore 15,00 al Giardino Botanico Rea di Trana. Il volume è costituito da oltre duecento immagini tra gli oltre settecento acquarelli botanici dipinti nell’arco di quasi vent’anni. In parte sono immagini recentissime realizzate per questo lavoro dopo aver appositamente coltivato e dipinto alcune essenze. Alla presentazione del libro seguirà, sempre il 1 maggio, l’inaugurazione della mostra della Tuninetti “Attimi di gioia”, una selezione di ritratti della flora spontanea alpina, prealpina e del Giardino Rea che rimarranno esposti per tutto il periodo estivo. I filmati dei “Segni d’Arte” vengono messi in onda dall’emittente televisiva locale GRP sul canale 114 del digitale terrestre, il venerdì alle 22,30, il sabato alle 13,30 e la domenica alle 14. Per visionare la playlist dei reportage video sinora pubblicati sul canale YouTube della Città metropolitana di Torino e le fotogallery basta accedere al portale Internet della Città metropolitana di Torino, alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/segni_arte/

Fino al 7 maggio 2022. Galleria d’arte Roccatre Via della Rocca, 3/b – 10123 Torino. Orari apertura al pubblico martedì-sabato 10.30-12.45 15.30-19.30

Opere di: Carla Accardi, Giovanni Anselmo, Rodolfo Aricò, Salvatore Astore, Jay Batlle, Alighiero Boetti, Mimmo Borrelli, Botto e Bruno, David Bowes, Alberto Burri, Jessica Carroll, Laura Castagno, Pirro Cuniberti, Sandro De Alexandris, Beppe Devalle, Claire Falkenstein, Daniele Galliano, Serena Gamba, Marco Gastini, Angiola Gatti, Alessandro Gioiello, Gino Gorza, Giorgio Griffa, Enrico Iuliano, Marguerite Kahrl, Gary Kuehn, Ugo La Pietra, Sol Lewitt, Nicus Lucà, Arrigo Lora Totino, Luigi Mainolfi, Piero Manai, Jan Meissner, Fausto Melotti, Aldo Mondino, Leonardo Mosso, Nzingah Muhammad, Paolo Mussat Sartor, Simone Mussat Sartor, Richard Nonas, Carlo Pace, Giulio Paolini, Emilio Prini, Luisa Rabbia, Carol Rama, Piero

Rambaudi, Claire Robert, Piero Ruggeri, Salvatore Scarpitta, Salvo, Alex Sewell, Giulio Turcato, Luigi Veronesi.

NOVALESA, NUOVE MODALITÀ DI VISITE ALL’ABBAZIA E AL MUSEO ARCHEOLOGICO

Nuove modalità per visitare la millenaria Abbazia della Novalesa, fondata nel 726 sulla via di transito del colle del Moncenisio, acquisita ormai fatiscente dalla allora Provincia di Torino oggi Città metropolitana nel 1972 e nuovamente aaffidata ai monaci benedettini. Luogo di culto e di preghiera, ma anche scrigno d’arte, offre un patrimonio culturale unico nel suo genere che Città metropolitana di Torino mette a disposizione dei visitatori gratuitamente, nel rispetto dell’equilibrio tra l’apertura al pubblico e i tempi della vita monastica. Il chiostro centrale, la chiesa dedicata ai santi Pietro e Andrea costruita nel XVIII secolo sulle fondamenta di un edificio tardo romano, le quattro cappelle dell’X! secolo – su tutte quella di Sant’Eldrado –  stupiscono ancora oggi e affascinano per la loro luminosità e la conservazione cromatica. “Abbiamo concordato con i monaci benedettini nuove modalità per far visitare gratuitamente sia l’Abbazia con le sue cappelle che il Museo archelogico” commenta il vicesindaco di Città metropolitana Jacopo Suppo “consapevoli come siamo di possedere un gioiello unico non solo per la Val Cenischia e la Valle di Susa, un bene da tutelare e promuovere, sempre rispettando le regole della comunità monastica. Abbiamo investito molto negli anni passati per i restauri ed ora la Città metropolitana di Torino è pronta a dare nuovo impulso alle opere di manutenzione e recupero”.

Ecco le nuove modalità di visita

dal 14 marzo al al 14 giugno – sabato alle ore 10,30 e 11,30 – domenica alle ore 11,30

dal 15 giugno al 15 settembre – lunedi, martedì, mercoledi,venerdi ore 10.30 e 15.30 – sabato ore 10,30, 11.30 e 15,30 – domenica ore 11.30 e 15.30

dal 16 sett al 7 gennaio – sabato alle ore 10,30 e 11,30 – domenica alle ore 11,30

Le VISITE CONTEMPLATIVE, durante le quali i partecipanti avranno modo anche di sostare nel parco e nelle cappelle dell’abbazia per meditare, pregare, contemplare, si svolgono ogni primo sabato del mese alle ore 10,30 e la terza domenica del mese alle ore 15,30: in quelle ore sono sospese le visite turistiche per dare modo ai partecipanti di godere del rispettoso silenzio necessario e consono al luogo.

La visita al parco e alle cappelle è accompagnata. Le visite possono essere svolte negli orari indicati a partenza fissa o, per gruppi, su prenotazione all’indirizzo visite@abbazianovalesa.org

Nei mesi di aprile, maggio, giugno, settembre – il sabato e la domenica dalle 11.00-13.00 e 14.00 -16.00. Dal 1 luglio al 15 settembre tutti i giorni  alle ore 11.00 13.00 14.00 17.00 – chiuso il giovedì. Anche la visita al Museo archeologico è gratuita, può essere libera o accompagnata. Negli orari di apertura sono sempre a disposizione degli operatori museali che possono fornire informazioni e accogliere i visitatori nell’esperienza museale. Il Museo Archeologico è presidiato dagli operatori museali del centro Culturale Diocesano, le visite all’Abbazia sono garantite da Volontari di Novalesa e della Valle di Susa che si mettono a disposizione della Comunità monastica per questo servizio.

DIALOGO TRA MUSEO EGIZIO E MUSEO DEL TERRITORIO BIELLESE

A Candelo, si chiudono in grande le iniziative sull’Antico Egitto nell’ambito della mostra “Liberi di Imparare” ospitata dentro le mura medievali del Ricetto fino al 1 maggio: in Sala Cerimonie (interno Ricetto medievale) sabato 23 aprile ore 15.30 un dialogo tra il Museo Egizio di Torino e il Museo del Territorio Biellese intorno alla figura di Ernesto Schiaparelli, dalla sua formazione scientifica agli incarichi istituzionali e le molte campagne di scavo della M.A.I fino all’eredità attuale presso il Museo del Territorio Biellese

“Ernesto Schiaparelli tra il Biellese e l’Egitto” – relatori:

– Beppe Moiso (curatore Dipartimento Collezione e Ricerca Archivi- Museo Egizio di Torino)

– Angela Deodato (conservatore archeologo – Museo del Territorio Biellese)

L’incontro sarà un avvincente viaggio che ripercorre le grandi tappe della vita dello studioso e le grandi scoperte, da Giza ad Assuan, dall’Egitto protodinastico a quello del regno dei Tolomei, attraverso le scelte museali che hanno reso grande il Museo Egizio di Torino, analizzando il metodo scientifico e la grande capacità di “fare squadra” dell’egittologo biellese, di cui il Museo del Territorio coglie oggi un’importante eredità.

CAMERA. IN MOSTRA 230 OPERE DELLA COLLEZIONE DEL MOMA

A CAMERA, oltre 230 opere raccontano il fermento creativo e le trasformazioni di un’epoca che ha cambiato la storia della fotografia. Composta dal collezionista svizzero Thomas Walther a partire dal 1970, la collezione omonima del Museum of Modern Art di New York raccoglie alcuni dei più importanti capolavori prodotti dai protagonisti delle avanguardie della prima metà del Novecento, restituendo tutta la ricchezza e la complessità di un periodo storico senza precedenti. In un racconto che intreccia l’evoluzione della fotografia con gli eventi e le trasformazioni tecnologiche che hanno rivoluzionato il mondo, la mostra presenta una suddivisione tematica in grado di raccontare i molteplici filoni espressivi intrapresi dagli esponenti della fotografia moderna. Attraverso punti di vista inusuali, collages, doppie esposizioni, fotografie off-camera e fotomontaggi, le immagini della collezione Thomas Walther ci mostrano come la fotografia sia un linguaggio privilegiato per raccontare il mondo che cambia.

QUASI 6.000 VISITATORI DURANTE IL WEEKEND DI PASQUA NEI MUSEI DELLA FONDAZIONE TORINO MUSEI

Sono 5.888 le persone che hanno visitato, tra venerdì 15 e lunedì 18 aprile le collezioni permanenti e le mostre in corso della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, del MAO Museo d’Arte Orientale e di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica. Dopo due anni di chiusura durante le festività pasquali a causa dell’emergenza sanitaria, il 2022 segna il ritorno del pubblico, che ha risposto con entusiasmo alle proposte espositive dei musei della Fondazione.

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna

UNA COLLEZIONE SENZA CONFINI. Arte internazionale dal 1990 –  fino al 25 settembre 2022

CARLO LEVI. Viaggio in Italia: luoghi e volti –  9 febbraio – 8 maggio 2022

VINCENZO AGNETTI (In VideotecaGAM) – 22 febbraio –  12 giugno 2022

MAO Museo d’Arte Orientale

KAKEMONO. Cinque secoli di pittura giapponese. La Collezione Perino

CREDERE CON IL CORPO NEL SUD-EST ASIATICO. Esposizione fotografica a cura di Eva Rapoport

ROTAZIONE | La veste del Buddha. Preziosi kesa giapponesi dalle collezioni del MAO

 Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

INVITO A POMPEI – 8 aprile – 29 agosto 2022

MUSEO ACCORSI-OMETTO APERTO IL 25 APRILE E IL PRIMO MAGGIO

Il Museo Accorsi-Ometto sarà Aperto dalle 10.00 alle 19.00

Lunedì 25 Aprile 2022 e Domenica 1° Maggio

Visite guidate alla collezione permanente alle ore 10.30 e 16.30

Visite guidate alla mostra IN SCENA! Luci e colori nei costumi di Caramba alle ore 11.00 e17.30

Luci e colori nei costumi di Caramba

A cura di Silvia Mira

Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino

Tag: 1416 savoiaabbazia novalesaarte a 33 giridisegni leonardofondazione torino museifriendly stonesgaudenzio ferrarigianna tuninettijean-michel folonle lune nel cuoremomanovecentistipiemonte artes.p.l.a.s.h.salvatore zitosollazzo ottico

Devi essere connesso per inviare un commento.

Rally. North West Regularity Cup: la novità 2022

IL CERCALAVORO. Le opportunità della settimana (12-04-2022)

PIEMONTE ARTE: I 600 ANNI DEL DUCATO DI SAVOIA, MUSEI APERTI IL 25 APRILE E 1°MAGGIO, GAUDENZIO FERRARI, ARTE A 33 GIRI, SALVATORE ZITO, LEONARDO, NOVECENTISTI, SOLLAZZO OTTICO…

Passione Fumetti: Devilman e Berserk a Lucca Collezionando 2022

ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati

Come si gioca a scopone: le regole

Le principali software houses nel mondo del gaming

Sede legale: Via Balbo 1 - 10023 Chieri (To) Redazione: Via Vittorio Emanuele II, 44 - 10023 Chieri (To) N.reg.: RG3340 - Tribunale Torino - 31/01/1983 N.reg.: 38 - Tribunale Torino - 01/07/2021 telefono/fax: +39 0119421786 C.F. e P.IVA IT07095000019 Dir.Resp.: Giuseppe Pio Marcato

CentoTorri © 2022. Tutti i diritti riservati.

Powered by: Guido Gilli - Soluzioni Informatiche