Gli alti costi dell'energia stanno mettendo in ginocchio l'industria europea della trasformazione di materie plastiche. A ricordarlo - visto che il problema è all'ordine del giorno ormai da qualche mese - è l'associazione EuPC, che sottolinea come alcune aziende siano ora di fronte al bivio se continuare o interrompere la produzione.
"I trasformatori, come molti altri settori ad alta intensità energetica, sono scioccati dal drammatico aumento dei prezzi dell'elettricità e del gas - nota Alexandre Dangis (nella foto), direttore della federazione dei trasformatori europei di materie plastiche -. Sebbene alcune aziende siano state finora in grado di evitare i rincari della bolletta grazie ai contratti in corso, il settore ha subito in media un raddoppio dei costi dell'elettricità da inizio anno, in molti casi registrando un incremento fino al 750%".
Il rischio di un fermo delle attività di trasformazione è destinato a ripercuotersi sulla fornitura di beni confezionati, essenziali per i cittadini europei. "Per determinate industrie in alcuni paesi dell'UE non vi è attualmente alcuna convenienza a continuare la produzione, né visibilità o certezze per investimenti e ulteriori sviluppi futuri - sottolinea Dangis -. Gli effetti di tali chiusure iniziano ad avere un forte impatto anche sulla base industriale europea".
Dangis invita quindi la Commissione europea, il Consiglio dei ministri e il Parlamento europeo a concordare nel brevissimo termine misure correttive, necessarie per mantenere operative le filiere industriali. "Non abbiamo bisogno di visioni a lungo termine proiettate al 2030 od oltre quando le aziende stanno cercando di sopravvivere quotidianamente con perdite di denaro dovute a prezzi dell'energia incontrollati".
Attraverso le associazioni che operano a livello nazionale (in Italia Unionplast), European Plastics Converters (EuPC) rappresenta 50.000 aziende operanti nella trasformazione di materie plastiche, la maggior parte PMI, che danno lavoro a oltre 1,6 milioni di persone.
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